Jesu meine Freude

D. BUXTEHUDE (1637-1707) Jesu meine Freude Cantata per soli, coro, archi e continuo

Nonostante le origini scandinave del compositore, il testo della cantata Jesu meine Freude è in tedesco, come del resto la maggior  parte della produzione musicale sacra di quelle regioni legata alla liturgia.  Dopo un’introduzione strumentale, che si identifica con una breve sonata a tre da chiesa, nella cantata si alternano coro e solisti in un clima poetico coerente e unitario: fin dall’inizio è rilevabile la contrapposizione fra due poli etico-esistenziali, - bene e male, vita virtuosa e vita dissoluta, gioia e dolore, beatitudine e sofferenza - sostenuti rispettivamente dalla figura di Gesù Cristo e da quella del demonio.

Nel primo verso la meditazione affettuosa del coro (notare l’uso di termini intensi e tipici della mistica del tempo, quali Begier, desiderio o brama, Bräutigam, fidanzato o promesso sposo) si muove sulla languida tonalità di mi minore in un procedimento teso ma pacato, contrapposto al tessuto nervoso e incalzante dei brevi incisi strumentali che intercalano le frasi del coro stesso: le forze del male (strumenti) sembrano frenate e ricondotte all’ordine dalla volontà contemplativa del fedele.

1. Vers (Chor)

Jesu meine Freude,
meines Herzens Weide,
Jesu mein Begier;

ach, wie lang, ach lange
ist dem Herzen bange
und verlangt nach dir!

Gottes Lamm,  mein Bräutigam,
ausser dir soll mir auf Erden
nichts sonst Liebers werden.

1.       Verso (Coro)

Gesù mia gioia,
pascolo del mio cuore,
Gesù mio desiderio;

ah, quanto a lungo
il cuore sta in apprensione
e ti reclama!

Agnello di Dio, mio promesso,
oltre a Te per me sulla terra
nulla deve esistere eccetto l'amore.

 

Nella prima Aria del soprano (secondo verso) la  parte vocale appare turbinosa nelle rapide fioriture barocche, per sottolineare la ‘tempesta’ di tentazioni e minacce del demonio da cui il fedele si sottrae protetto dal Cristo.Al termine dei versi solistici, un ritornello strumentale sembra suggellare con atteggiamento contrastante la serenità interiore raggiunta dal fedele.

2. Vers (Sopran)

Unter deinem Schirmen
bin ich vor den Stuermen
aller Feinde frei.

Lass den Satan wittern,
lass den Feind erbittern,
mir steht Jesu bei.

Ob es jetzt gleich kracht und blitzt,
ob gleich Sünd und Höle schrecken,
Jesus will mich dekken.

2. Verso (Soprano)

Sotto la tua protezione
sto di fronte alle tempeste
libero da tutti i nemici.

Sospetti Satana,
si esasperi il nemico,
Gesù mi assiste.

Se esso ora tuona e lampeggia,
se di colpo inferno e peccato terrorizzano,
Gesù vuole proteggermi.

Anche il terzo verso, affidato alla voce di basso,  mette in rilievo le misteriose e oscure profondità del male a cui si contrappone l’atteggiamento interiore del credente, rappresentato dall’unico squarcio rasserenante sul testo ich steh hier und singe in gar sicher Ruh (io sto qui e canto in assoluta quiete).

3.       Vers (Bass)

Trotz dem alten Drachen,
trotz dem Todesrachen,
trotz der Furcht dazu!

Tobe, Welt und springe:
ich steh hier und singe
in gar sicher Ruh.

Gottes Macht hält mich in acht,
Erd und Abgrund, muss verstummen,
ob sie noch so brummen.

3. Verso (Basso)

Malgrado l'antico drago,
nonostante le fauci della morte
e la paura di tutto ciò,

salta e infuria, o mondo:
io sto qui e canto
in totale quiete.

La potenza di Dio si cura di me,
terra e abisso devono ammutolire,
se ancora stanno mormorando.

Il quarto verso fa eco all’aggressività del precedente, mantenedone il baldanzoso ritmo ternario e rinnovandone la luminosità con l’apertura nella tonalità di sol maggiore. Risoluto, il coro sancisce il rifiuto delle illusioni del male, allontanandole da sé (Weg, weg…).

4. Vers (Chor)

Weg mit allen Schätzen,
du bist mein Ergötzen,
Jesu, meine Lust.

Weg ihr eitlen Ehren,
ich mag euch nicht hören,
bleibet mir unbewusst!

Elend, Not, Kreuz, Schmach und Tod
soll mich, ob ich viel muss leiden,
nicht von Jesu scheiden.

4. Verso (Coro)

Via tutti i dispiaceri,
tu sei il mio diletto,
Gesù mio desiderio.

Via la vostra vana gloria,
non voglio ascoltarvi,
rimanete a me sconosciuti!

Dolore, necessità, croce, offesa e morte,
se molto devo soffrire,
per Gesù non mi deve dispiacere.

Nel quinto verso è ancora il soprano a interpretare il testo: questa volta una dolce ma sarcastica ninna nanna musicale maschera la ferma volontà del fedele di allontanare da sé il malvagio.  Notevole il contrasto fra le parole e l’estrema dolcezza della musica, come pure il contrasto con il ritornello strumentale conclusivo, che perde la connotazione sarcastica per lasciare spazio ad un’idea melodica fresca e spensierata.

5. Vers (Sopran)

Gute nacht, o Wesen,
das die Welt erlesen,
mir gefällst du nicht.

Gute Nacht, ihr Sünden,
bleibet weit dahinten,
kommt nicht mehr aus Licht.

Gute Nacht, du Stolz und Pracht,
dir sei ganz, du Lasterleben,
gute Nacht gegeben.

5. Verso (Soprano)

Buona notte a te, essere
che il mondo ha prescelto,
a me non piaci.

Buona notte a voi peccati,
rimanete lontani laggù,
non venite più alla luce.

Buona notte a voi, orgoglio e ricchezza,
soprattutto a te, vita depravata,
sia data la buonanotte.

La cantata si chiude con un coro tematicamente riconducibile a quello del primo verso, ma dal carattere più omogeneo: la quiete interiore è raggiunta, il male sconfitto, perciò anche gli strumenti procedono con la stessa pacatezza imperturbata delle voci; diminuiscono le disoonanze e per la prima volta la parola conclusiva Freude è valorizzata dal catartico accordo di mi maggiore (terza di Piccardia).

6. Vers (Chor)

Weicht, ihr Trauergeister,
denn mein Freudenmeister,
Jesus tritt herein;

denen, die Gott lieben,
muss auch ihr Betrüben
lauter Freude sein.

Duld ich schon hier Spott und Hohn,
dennoch bleibst du auch im Leide,
Jesu, meine Freude.

6. Verso (Coro)

Andatevene spiriti di afflizione,
poichè il mio maestro di gioia
Gesù avanza;

per quelli che amano Dio
l'afflizione deve anche essere
come una vera gioia.

Sopporto già qui derisione e disprezzo,
tuttavia tu rimani ancora nella sofferenza,
Gesù, mia gioia.

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